Barbara, in una fase faticosa dei lavori legati al trasloco di Bioforme, rilancia dei pensieri positivi per infondere nuove energie a tutta l’Associazione.

Leggiamo cosa scrive.

Rubo una frase del sociologo Domenico De Masi rilasciata in un’intervista, che ho ritrovato nel blog di un amico formatore. Temo che nella realtà dei mercati di oggi  sia del tutto destituita  di fondamento…ma non ci sono solo le aziende ci sono anche realtà in cui  maestri sognatori e ispiratori crescono  giovani generosi di cuore e ansiosi di apprendere.

Mi auguro che Bioforme sia quel giardino dei sogni capace di trasformare i sogni in realtà.

Grazie maestro, grazie ragazzi.

…..Schumpeter sosteneva che il tratto essenziale dell’imprenditore stia nella propensione a innovare. Io credo, invece, che stia nella propensione a sognare. L’imprenditore sogna avventure economiche, ma che travalicano l’economia: sogna uomini che felicemente producono, e mercati che decretano il successo dei loro prodotti; sogna benessere crescente per comunità operose. Non a caso, prendendo a prestito i termini dalle biografie dei santi, gli imprenditori amano parlare di mission e di vision. Sotto i colpi degli scandali, del pragmatismo e della cosiddetta crisi, l’impresa ha smesso di sognare. Ora, per ritrovare questa sua smarrita capacità vitale, occorre che essa attentamente coltivi emulazione e solidarietà, concretezza e gioco, emotività ed etica, leggerezza ed estetica. Un’impresa fatta di guerrieri iperattivi, assillati dal lavoro come categoria onnivora, compiaciuti dei loro ritmi stressanti, tesi fino allo spasimo verso l’eliminazione del concorrente, nemici a tutti gli altri e, in fondo, anche a se stessi, è un’impresa senz’anima e senza felicità. E’ un mondo senza sogni. Occorre dunque restituire all’impresa una dimensione onirica: giovane, armoniosa, ottimista, sperimentale, curiosa, intraprendente, sensuale, impertinente, fantasiosa. Occorre trasformare l’impresa in un giardino dei sogni e trasformare i sogni in fiorite realtà.